Selena. the series

Avete mai ascoltato la musica tejana o il tex-mex? Il tex-mex è un genere di musica latina che trae origine dalla musica folk delle popolazioni di lingua spagnola del Texas meridionale. Questo genere di musica è molto famoso in nord America e in Messico. Tra gli artisti che hanno reso popolare questo genere abbiamo Selena. Conosciuta soprattutto agli inizi degli anni 90 fino a noi oggi.

La serie si incentra su tutta la vita di Selena, dalla sua nascita fino alla sua morte avvenuta tragicamente. Intorno a lei ruotano altri personaggi importanti come la sua famiglia: composta da suo padre Abraham, sua madre Marcella sua sorella Suzette e suo fratello AB nonché suo produttore. La serie inizia con il padre che scopre il talento di sua figlia e cerca in tutti modi di far conoscere la voce della sua terzogenita. Selena inizia a cantare nel locale del padre e poi in giro negli States accompagnata da tutta la sua famiglia.

Il sogno di Selena è di cantare e incidere un disco in inglese ma all’inizio sotto consiglio di suo padre e della casa discografica si concentra sulla musica latina. In particolar modo sul genere tejano o tex mex. Così da dar vita al gruppo Selena e Los Dinos, riprendendo il nome del gruppo di cui faceva parte suo padre. Dalla metà degli anni 80 , grazie al singolo Dame un beso , Selena diventa la regina del tex mex.

Selena e i Los Dinos

La serie ci fa conoscere la giovane Selena, la sua personalità, il suo amore per la famiglia e per la musica soprattutto. Dandoci l’opportunità di riascoltare i suoi brani più famosi come: como la flor, amor prhoibido, no me queda mas, dreaming of you. Canzoni che ancora oggi sono d’ispirazione alle numerose artiste contemporanee. La serie inoltre racconta del suo amore per Chris Perez e soprattutto ci mostra il suo rapporto con Yolanda Saldivar sua assassina.

Nel ruolo di Selena troviamo la bravissima Christian Serratos , Noemi Gonzalez nel ruolo di Suzette Quintanilla, Ricardo Antonio Chavira ( conosciuto in desperate housewife) nel ruolo di Abraham Quintanilla.

La serie è in lingua originale ma i sottotitoli non sono un problema e soprattutto non distraggono dalla visione della serie. Selena the series è davvero un gioiellino che ci permette di conoscere una donna che ha inseguito il suo sogno fino alla fine.

“Credete sempre che l’impossibile sia possibile” – Selena Quintanilla

Voglio lasciarvi con una delle mia canzoni preferite di Selena https://youtu.be/qPkNVMtMXyc

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Come Eravamo

Tutti noi abbiamo un film del cuore, un film che sentiamo nostro fin dalle prime battute e che alla fine Amiamo. Adesso vi chiederete si può amare un film? Beh si! Amiamo un film quando la storia diventa la nostra, quando ci rivediamo in uno dei personaggi o magari in tutti. La cosa strana e che ci ritroviamo ad amare tutto del film anche il finale non da favola.

Personalmente ho il mio film del cuore e che guarderei per ore senza stancarmi mai. Mi dispiace deludere chi mi conosce e leggerà l’articolo ma non mi sto riferendo a Titanic. Il film di cui parlo si chiama ” The way we were, Come Eravamo in italiano. The way we were è un film del 1974 diretto da Sidney Pollack uno dei registi americani più famosi al mondo. Il film narra la storia di due giovani Katie Morosky, interpretata dalla bravissima Barbra Streisand e di Hubble Gardiner, interpretato da Robert Redford (uno dei miei attori preferiti). Katie e Hubble s’innamorano, si amano la loro è un’intensa storia d’amore che dovrà fare i conti con le idee politiche di Katie, con i suoi principi e i suoi ideali. Ma si sa gli opposti si attraggono e loro sono destinati a rincorrersi, a ritrovarsi e a perdersi di nuovo, attraverso gli anni della contestazione studentesca prima, la seconda guerra mondiale dopo fino ad arrivare agli anni della prosperità americana.

La mia battuta preferita del film è : ” Tu non molli mai”, questa è la farse che Hubble le rivolge prima del loro addio; e in quel rapido scambio di battute, nei loro occhi velati di lacrime, Redford e la Streisand ci fanno sentire tutto il rimpianto dei due protagonisti separati dalla Storia ma che, nonostante tutto, non hanno mai smesso di amarsi. Perché per quanto un sentimento possa essere conflittuale e doloroso,per quanto una relazione sia condannata al fallimento, la sua componente più nobile e pura è quella destinata comunque a sopravvivere, raddolcita dallo sguardo benevolo della memoria:

“so it’s the laughter we will remember/Whenever we remember the way we were.”

L’amore ai tempi delle serie tv

Ho sempre pensato che film e serie tv abbiano rovinato noi donne e l’idea che abbiamo dell’amore. Ad esempio riguardando l’Allieva e leggendo i romanzi mi sono accorta di come Alice, la protagonista, sia molto simile a noi.
Alice è una ragazza sbadata, goffa che decide di diventare medico legale. Ed è contesa da due uomini Arthur e Claudio Conforti in arte CC. Arthur è reporter di guerra giovane impavido, coraggioso , dolce, romantico, che ascolta la dolce Alice, la supporta ed è sempre dalla sua parte. Insomma un cavaliere senza macchia e senza paura. Adesso veniamo al nostro simpatico, ma non troppo, Claudio. CC è affascinante, uomo in carriera il classico tipo che fa cadere le donne ai suoi piedi (interpretato da Lino Guanciale ed è già tutto un dire). Claudio però è cinico, anti romantico per eccellenza (almeno all’inizio), in pratica un gran……beh lasciamo perdere che divento volgare 😬😬.
Secondo voi Alice di chi poteva innamorarsi di Arthur? Noooo troppo semplice lei è completamente persa di CC. Che non solo la tratta male una puntata si e l’altra pure, ma le fa capire chiaramente di aver sbagliato mestiere. Cioè se siete in piena crisi esistenziale CC è l’ultimo uomo da cui andreste per avere conforto. Eppure la nostra eroina sceglie lui ed è proprio in questa scelta che Alice ci somiglia. Perché diciamocelo anche noi avremo scelto CC. Ed ecco il punto noi donne siamo masochiste, non scegliamo mai la cosa facile, no noi amiamo complicarci la vita. Siamo convinte di cambiare l’impossibile. Il problema è che CC cambia subisce un’evoluzione, un cambiamento pazzesco. Questo però è finzione, una serie. In pratica è l’eccezione e non la regola. Eppure abbiamo tifato CC per tutta la durata della serie. Perché nonostante tutto noi crediamo nell’amore che dura tutta la vita. Alice però ci fa compagnie insieme ad altre donzelle, che ci fanno sognare l’Amore con A maiuscola anche se ci fa soffrire.
Pensiamo a Elisabeth Bennet e Mr Darcy (che io amo alla follia), Meredith e Derek, Jamie e Claire (Outlander) o Veronica e Logan. Tutte queste coppie ci fanno credere che tutto può succedere anche l’impossibile. Prendiamo Jamie e Claire hanno attraversato gli oceani del tempo per stare insieme (200 anni), chi ha letto i libri o visto la serie sa di cosa parlo. Quindi noi ci rivediamo in queste giovani donne perché sogniamo un’amore così anche se ci fa soffrire.
Un famoso personaggio di una serie una volta disse:”non è amore se non ti distrugge.” Ed è vero purtroppo…….
(Grazie #derekshepherd per averci relegato alla sofferenza eterna. )

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BENVENUTI

Ciao a tutti, sono ritornata e da come potete notare, abbiamo cambiato un po’ di cose e ne cambieranno ancora.

Da adesso in poi cercherò di essere più attiva, cercando di aggiornare il blog ogni giorno su ogni argomento cinema, musica, libri e serie tv.

Adesso vorrei spiegarvi la scelta del nome del mio blog

LE FATE IGNORANTI

Le fate ignoranti è il titolo di un film e una serie tv di Ferzan Ozpetek ed è proprio il regista a dirci chi sono le fate ignoranti.

Le fate ignoranti sono quelle che incontriamo e spesso non riconosciamo ma che ci cambiano la vita. Non sono quelle delle fiabe, perché loro qualche bugia la dicono. Sono…..esplicite , anche pesanti a volte, ma non mentono sui sentimenti. Le fate ignoranti sono tutti quelli che vivono che vivono allo scoperto, che vivono i propri sentimenti e non hanno paura di manifestarli. Sono le persone che parlano senza peli sulla lingua, che vivono le proprie contraddizioni e che ignorano le strategie…..

Ferzan Ozpetek

Ecco ognuno di noi può essere una fata ignorante. Cosa vuol dire ignorante? Non si riferisce a una persona che non ha studiato. No, vuol dire che ignora le classiche “leggi” borghesi. quelle regole un po’ desuete sul dire e non dire. Essere una fata ignorante significa vivere non solo a pieno la vita , ma soprattutto, vivere a pieno i nostri sentimenti che molto spesso mettiamo in secondo piano. Che sia l’amore, l’amicizia o la passione, per Ozpetek sono sentimenti che dobbiamo vivere e non relegare in un angolo del nostro cuore. Questo significa vivere anche i sentimenti negativi come il dolore, la rabbia perché sono proprio questi sentimenti a farci maturare. “Senza complicare i rapporti come grandi cruciverba” come dice una famosa canzone.

Il romanticismo 2.0 e il principe azzurro

Ieri leggevo un articolo sul matrimonio della principessa Beatrice, nipote della regina Elisabetta, e ho letto la poesia che il marito Edoardo Mapelli Mozzi le ha dedicato:

“Il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio. Non me ne divido mai. Dove vado io, vieni anche tu, mia amata; qualsiasi cosa sia fatta da me, la fai anche tu, mia cara. Non temo il fato perché il mio fato sei tu, mia dolce. Non voglio il mondo, perché il mio, il più bello, il più vero sei tu. Questo è il nostro segreto profondo, radice di tutte le radici, germoglio di tutti i germogli e cielo dei cieli di un albero chiamato vita, che cresce sempre più alto di quanto l’anima spera, e la mente nasconde. Questa è la meraviglia che le stelle separa.”

Edoardo Mapelli Mozzi

Dopo aver letto questa poesia ho capito che il Mapelli Mozzi è il mio nuovo eroe romantico, il principe azzurro che tutte vorremmo. Forse non è Can Yaman, ma un uomo che scrive queste parole batte il famoso attore turco 1-0. Ho letto questa poesia un centinaio di volte, lo so sono pazza ma il mio lato romantico ha avuto la meglio, e sono arrivata ad una conclusione. Spesso diciamo che il romanticismo è morto e che gli uomini romantici non esistono. Beh da oggi dovremmo ricrederci perché il romanticismo come quello che leggiamo nei romanzi di Jane Austen esiste ancora. Forse in una forma più moderna, magari possiamo definirlo romanticismo 2.0, credo che la cara Jane ci perdonerà ma anche l’amore deve adeguarsi ai tempi. Quindi come esiste il romanticismo esistono anche gli uomini romantici. Lo so adesso vi chiederete dove si nascondono questi moderni Mr Darcy sono sincera non ho la risposta a questa domanda. Il consiglio che posso darvi e di andare oltre le apparenze, perché è probabile che siamo proprio noi donne ad essere cieche e a non vedere il nostro principe . Quello di cui sono convinta, però, e che Beatrice è una di noi (nonostante il titolo di principessa) perché ha aspettato e alla fine ha trovato il suo “principe azzurro”. Magari non sarà perfetto ma fa credere ad ognuna di noi che forse i principi esistono ancora anche sono imperfetti come lo siamo noi.

L’amore nell’arte

L’amore è da sempre il tema centrale di canzoni, film, libri, poesie e foto; anche nelle opere d’arte possiamo ritrovare in modo esplicito o meno questo tema. Infatti pittori, scultori hanno cercato di rappresentare nelle loro opere l’amore. L’hanno fatto attraverso un abbraccio, un bacio o con semplici sguardi; oppure hanno descritto l’amore epico, mitologico e anche reale tra due persone. Magari non essendo nemmeno i protagonisti della tela, come nel caso della Primavera del Botticelli. Di questo dipinto ci sono varie interpretazioni che vanno da quella storica a quella filosofica, ma il mio lato romantico propende per una lettura diversa che è la seguente:

Quando osserviamo il quadro ci soffermiamo o ci concentriamo ad osservare Flora, personificazione stessa della Primavera, rappresentata come una donna bellissima con indosso un abito altrettanto bello da cui cadono in terra infiorescenze.

Di questo dipinto ci sono diverse interpretazioni da quella storica a quella filosofica ma quella più affascinante e romantica e la seguente:

Osservate le tre grazie che si trovano sul lato sinistro della tela, osservate quella centrale la quale dirge il suo sguardo sognante verso Mercurio, mentre in alto potete vedere Cupido nell’atto di scagliare la freccia dell’amore cieco.

La donna che guarda Mercurio secondo diversi studiosi rappresenterebbe Simonetta Cattaneo o Vespucci musa di Botticelli ed era la donna più bella dell’epoca. Si dice che Botticelli e Lorenzo il Magnifico erano platonicamente innamorati di lei, ma si sa che l’amore deve rendere le cose difficili.

Come abbiamo detto già una volta non è amore se non ti distrugge, ed è vero perché l’amore tende a complicarci la vita facendoci provare forti sentimenti per persone impossibili. Questo è successo al giovane Giuliano de’ Medici che s’innamorò perdutamente di Simonetta nonostante lei fosse sposata con Marco Vespucci. Gli storici raccontano che tra di loro non sia successo mai nulla di concreto, ma Giuliano amò Simonetta da lontano.

Il loro amore però ha ispirato Botticelli infatti se una delle Grazie ha le sembianze di Simonetta, Mercurio invece rappresenta Giuliano de’ Medici. In questo modo Botticelli ha reso immortali due giovani che non hanno avuto una vita felice come nelle favole. Perché Simonetta morì il 26 Aprile 1476 a causa della tisi, mentre Giuliano fu assassinato il 26 Aprile del 1478 durante la Congiura dei Pazzi, a due anni di distanza dalla sua amata.

Questo perché l’arte, per alcuni artisti, è l’espressione della realtà………

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LE CINQUE FASI DEL LUTTO

In settimana ho riguardato Grey’s anatomy e ho rivisto gli ultimi episodi della quinta stagione e le prime puntate della sesta. In questi episodi l’argomento è il lutto e le sue fasi, visto che nell’ultimo episodio della quinta stagione si assiste alla dipartita di uno dei personaggi storici della serie.

Il primo episodio della sesta stagione si apre con la voce fuori campo di Meredith che parla del cordoglio riportando alcune frasi di Elisabeth Kubler-Ross (psichiatra Svizzera, che si è occupata delle reazioni al dolore in pazienti con malattie terminali e non solo).

La dottoressa Kubler-Ross per comprendere l’evoluzione del dolore ha individuato cinque fasi successive a una perdita sia essa fisica che emotiva. Ecco le cinque fasi: la negazione, rabbia, patteggiamento, depressione e infine l’accettazione. Queste cinque fasi non si presentano sempre in ordine, capita che si sovrappongono o si confondono tra loro.

La prima fase, generalmente, è la negazione, cioè tendiamo a negare o rifiutare ciò che è accaduto. Questo diventa, per noi, un meccanismo di difesa che utilizziamo nel momento successivo alla perdita. La rabbia è la prima emozione forte e di solito si manifesta dopo la paura. Di solito quando subiamo un lutto ci poniamo la fatidica domanda: “Perché a me?” come a voler a trovare una spiegazione a ciò che ci è successo. La rabbia, però, investe tutte le nostre relazioni sia affettive che familiari. Questo passaggio è il momento più delicato, perché è proprio durante questa fase che chiediamo aiuto o ci chiudiamo in noi stessi.

La fase del patteggiamento è quella in cui comprendiamo cosa possiamo fare e in quali progetti possiamo investire le nostre speranze. Quando arriviamo a questa fase iniziamo una sorta di negoziazione, così riprendiamo il controllo della nostra vita e cerchiamo di riparare a ciò che non c’è più.

La depressione compare nel momento in cui prendiamo coscienza di ciò che abbiamo subito e dopo la negazione, la rabbia proviamo un senso di vuoto per ciò che abbiamo perso.

Ultima fase è l’accettazione della perdita e della nostra condizione che per molti rappresenta l’inizio di una nuova fase. L’ accettazione del lutto ci permette di continuare la nostra vita portando sia il cambiamento,sia il rinnovamento.

“Dicono che la morte sia più dura per chi sopravvive; è difficile dire addio, a volte è impossibile. Non smetti mai di sentirne la mancanza, è questo che rende le cose difficili. Lasciamo briciole di noi dietro le nostre spalle, piccoli ricordi, una vita intera di memorie, foto, fronzoli. Cose per farci ricordare quando non ci saremo più”

Meredith Grey

I motivi per cui amiamo Francis Valois

Francesco Valois- Toby Regbo

Stasera, nonostante la stanchezza non ho sonno, e mi piacerebbe parlarvi di una serie. Anzi di un personaggio in particolare Francesco Valois della serie Reign.
Ho iniziato a guardare questa serie sotto consiglio di mia cugina. All’inizio ero restia perché conoscevo la storia della protagonista, Maria Stuart regina di Scozia e della sua fine. In più sapevo, come è successo con altre serie che mi sarei accanita.
Alla fine la curiosità ha avuto la meglio e ho iniziato a guardarla. Uno dei miei personaggi preferiti è il prima principe e poi re Francesco II primo marito di Maria.

Un uomo pronto a tutto per la sua regina, la difende dagli intrighi di corte, da sua madre Caterina de Medici (nota: I Medici hanno generato ben due regine di Francia Caterina e Maria de Medici madre di Luigi XIV), la difende anche quando è indifendibile e soprattutto è pronto a dare la sua vita per lei.

Come ho già ribadito in un altro articolo ho sempre pensato che le serie tv o i film ci diano una visione distorta dell’amore ma il mio lato romantico, che stasera ha avuto la meglio sul mio lato lucido e razionale, pensa che ogni donna meriterebbe un uomo come questo giovane e impavido principe/re. Anche se il personaggio storico è molto diverso dal personaggio descritto nella serie.

Quindi non bisogna cercare la perfezione ma un uomo o ragazzo che vi rispetti, che vi ami e vi supporti sempre anche nei momenti in cui lo meritate di meno.

Vi lascio con una citazione di Francesco

”Mary il mondo può essere oscuro, pieno di incertezze e crudele……ma l’unica cosa che conta è affrontarlo insieme. Qualunque cosa riservi il futuro sei tu la mia luce.”

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